Proviamo, quindi, a fare chiarezza, elencando quali segnali devono destare in noi sospetti:
- il disorientamento spaziale: quando, per esempio, nel bel mezzo di un tragitto che si compie d’abitudine, non si sa più dove si è;
- un’eventuale tendenza ad avere uno stato confusionale acuto;
- la perdita delle autonomie principali: smettere di fare cose normali e quotidiane in autonomia, come lavarsi, vestirsi, cucinare;
- agitazione, insonnia, soprattutto se prima non si erano mai manifestate.
I consigli per calmare gli stati di agitazione
Per migliorare la nostra quotidianità e la qualità della vita dei nostri cari, possiamo mettere in pratica alcuni consigli semplici quanto validi, per agire in maniera positiva su questi stati:
- reagiamo con calma: non rispondiamo di scatto o con aggressività, ma agiamo con dolcezza, parlando, rassicurando, magari tenendo la mano;
- ricorda che punizioni e rimproveri sono totalmente inefficaci e, anzi, potrebbero provocare una reazione ancora peggiore;
- cerchiamo di controllare la musica, per volume e tipologia, così come l’uso improprio della TV, soprattutto se sintonizzata su programmi violenti o con immagini forti;
- favoriamo la routine che, in questi casi, è positiva: per esempio, diamo i pasti, alziamo e facciamo riposare i nostri cari sempre alla stessa ora; nei momenti in cui l’anziano è lucido, cosciente e in grado anche di ricordare.
Prendi, quindi, questi momenti per cercare una collaborazione da parte sua, magari pensando insieme a una terapia farmacologica e all’aiuto concreto di un professionista.